Attribuzioni gratuite: hanno effetto sulla successione?

Gentile Avvocato Le scrivo per avere un pare legale sulla seguente questione: Mio fratello ha usufruito a titolo gratuito ed esclusivo per diversi anni utilizzandolo come studio professionale, un immobile di mio padre non versando alcun canone di locazione ne contribuendo al pagamento di ici imu …ecc. Lo stesso immobile è stato ristrutturato ed arredato proprio per adibirlo a tale attività, con fondi di mio padre provvedendo lo stesso nei fatti ad avviargli l'attività. La domanda è: in caso di successione si possono chiedere a compensazione il versamento dei canoni non percepiti da noi eredi cioè i soldi che lo stesso immobile avrebbe prodotto se fosse stato affittato e le cifre spese per ristrutturalo ed arredarlo? da conteggiare nella massa ereditaria, se si in che modo ? La ringrazio anticipatamente per la risposta

Eredità e Successioni (27/04/2018)
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Autore:
Avvocato Fabrizio Tronca
Eredità e Successioni, Immobili, Famiglia
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Risposta:

La fattispecie in oggetto prevede di esaminare gli effetti del contratto di comodato sulla successione.

L'assegnazione a titolo non oneroso (cfr., gratuito) di un bene rientra infatti nell'istituto tipico del comodato.

La questione dell'eventuale conteggio del valore di un bene ricevuto in prestito da un futuro erede è controversa.

La giurisprudenza maggioritaria ritiene che, al contrario delle donazioni, la concessione in comodato a carico del futuro de cuius ed a beneficio di un soggetto terzo non sia fattispecie che comporti un conteggio nell'asse ereditario.

In ipotesi di donazione, infatti, una volta aperta la successione ereditaria le somme e/o i beni ricevuti dal donatario debbono essere conteggiate come una sorta di anticipo sulla stessa. Secondo tale schema, gli altri eredi, eventualmente penalizzati dalla donazione in vita, possono richiedere indietro in parte o integralmente il bene oggetto di donazione (c.d. azione di riduzione).

Come anticipato, i nostri Tribunali non sposano il principio per il quale un eventuale prestito in vita (che abbia di fatto comportanto un arricchimento, sotto forma di rispsarmio, del comodatario e in ogni caso un mancato arricchimanto per il comodante) possa avere efficacia nella successione.

Tuttavia, un orientamento minoritario, che gli scriventi peraltro ritengono dotato di un serio fondamento giuridico, equipara in parte il comodato ad una donazione indiretta.

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In concreto, all'apertura della futura successione del padre, sarà questa la prima questione da affontare, richiedendo formalmente al fratello comodatario di imputare il valore della ricchezza dallo stesso goduta gratuitamente all'asse ereditario.

In tal modo il valore dovrà essere conteggiato come fosse un anticipo di quota ereditaria.

 

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