Separazione: come gestire l'allontanamento dalla casa?
Salve,voglio separarmi da mio marito,perché continuiamo a litigare, anche davanti ai figli, e non lo ho amo più, abbiamo problemi economici, non mi sento più soddisfatta come moglie.Volevo sapere se il giorno in cui arriva a lui la lettera dall' avvocato posso andare via di casa, e se posso portarmi i bambini con me.
Il matrimonio comporta l'obbligo di convivenza, fedeltà ed assistenza morale e materiale tra i coniugi.
Sin quando non sia avviata la procedura di separazione (e segnatamente dalla prima udienza presidenziale), i coniugi sono pertanto tenuti a vivere nella stessa residenza (c.d. "casa familiare") secondo i precetti del coniugio.
Il coniuge che lasciasse la casa familiare prima della procedura di separazione e in ogni caso senza accordo del marito/moglie, si esporrebbe alla richiesta di addebito con dichiarazione di violazione dei doveri coniugali. Ciò peraltro potrebbe avere risvolti negativi circa l'eventuale assegno di mantenimento in favore del coniuge meno abbiente.
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Profilo rispetto al quale occorre essere ancor più cauti concerne il rapporto di filiazione. L'indirizzo della vita dei figli minori deve essere condiviso da entrambi i genitori: in tale contesto rientra anche la collocazione degli stessi presso uno o l'altro genitore ovvero presso una nuova e diversa residenza rispetto alla casa familiare.
Una iniziativa arbitraria e non condivisa tra i coniugi circa il destino della prole può comportare risvolti sia penali che civili. Resta fermo che possano essere assunte decisioni immediate e non condivise, per tutelare l'incolumità fisica e psichica dei minori.
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Laddove lasciare l'attuale residenza fosse un'esigenza immediata e improcrastinabile, il suggerimento è di provare a condividere con il marito uno scritto dal quale emerga la consapevolezza di entrambi della situazione attuale, che documenti come ogni decisione assunta sia nota e, per quanto possibile, condivisa.