Le condizioni di lavoro sono molto stressanti: posso essere risarcita?

Buongiorno. Lavoro per una azienda come impiegata back office. Fino a qualche mese fa eravamo in n. ... ragazze e il molto lavoro era ripartito tra di noi. Una di noi si è dimessa, l'altra è entrata in maternità anticipata. Il mio datore di lavoro non le ha volute sostituire, lasciandomi da sola a occuparmi di tutto. Ho ... anni, è la mia prima esperienza di lavoro, sono in questa azienda da appena una anno e fino a gennaio scorso ero in stage. Mi sono trovata così con un compito che è fin troppo grande per me. Inoltre, il mio responsabile è stato spostato presso un'altra azienda ..., con sede nel ....  trovandomi così senza qualcuno tra me e l'amministratore delegato che mi potesse tutelare quando il carico di lavoro si faceva insostenibile. La conseguenza è stata un malessere psichico che sono giunta alla conclusione di dover curare. Premesso che sto cercando un altro posto di lavoro, è possibile fare qualcosa dal punto di vista legale? Grazie mille

Diritto del lavoro (10/09/2019)
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Autore:
Avvocato Antonella Martufi
Diritto del lavoro, Separazione divorzio e modifica delle condizioni, Condominio, Risarcimento danni e responsabilità civile, Famiglia
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Risposta:

Il datore di lavoro è responsabile dell’integrità psico-fisica del lavoratore in base all’articolo 2087 c.c..

In base a detta norma, una situazione di particolare stress, che determini un danno alla salute del lavoratore, può costituire una giusta causa di dimissioni con decorrenza immediata e diritto al pagamento del preavviso e da diritto al risarcimento del danno subito.

Sul lavoratore grava l’onere di provare la sussistenza del danno, la misura dello stesso e il collegamento con l’ambiente di lavoro.

In concreto, è possibile diffidare il datore di lavoro ad eliminare la condizione di disagio fonte del danno alla salute e, in assenza di un riscontro positivo, rassegnare le dimissioni per giusta causa e chiedere il pagamento del preavviso maggiorato del risarcimento del danno.

In un momento successivo, si potrà procedere davanti al Tribunale per l’azione di accertamento del danno e di condanna al risarcimento.

La diffida come l’azione giudiziale dovranno essere precedute da una attenta e approfondita valutazione della sua posizione individuale, della patologia conseguente alla violazione dell’obbligo di tutela, della possibilità di dare prova della nocività dell’ambiente di lavoro, della sussistenza del danno e della misura dello stesso.

 

Avvocato Antonella Martufi

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