Ho chiesto gli arretrati della pensione non riscossi dal de cuius. Accetto l’eredità?

Ho chiesto al patronato la pensione di reversibilità espressamente dichiarando di non voler accettare l'eredità, il funzionario mi ha fatto procedere con la richiesta dei ratei maturati e non riscossi e della pensione di reversibilità. Ho fatto richiesta anche per i miei due figli maggiorenni, non mi è stata richiesta la loro firma nè la delega. Avevo IBAN e i dati necessari. Ho successivamente scoperto che la prima richiesta comportasse accettazione tacita dell'eredità e ho prontamente bloccato la pratica prima che essi fossero liquidati. I miei figli non hanno mai voluto accettare l'eredità e non si sono mai presentati in patronato. La richiesta del loro pagamento è stata fatta da me. Rischiano qualcosa, non essendo presente la loro firma nei documenti caricati sul sito dell'inps? -Avendo prontamente annullato la pratica, ciò esclude un'accettazione tacita di eredità?

Eredità e Successioni (22/07/2020)
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Autore:
Avvocato Fabrizio Tronca
Eredità e Successioni, Immobili, Famiglia
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Risposta:

Successione e pensione di reversibilità sono due istituti con causali e finalità distinte. L'un istituto non intercetta l'altro, essendo due fenomeni giuridici indipendenti.

La successione ha carattere patrimoniale e tende a conservare nella famiglia o per i rapporti più stretti i rapporti (crediti e debiti) del de cuius; la reversbilità è istituto con finalità assistenziale e non rientra nelle dinamiche e nella normativa successoria.

Pertanto, chi rinunci all'eredità, può richiedere la pensione di reversibilità, senza che ciò comporti l'accettazione della chiamata all'eredità.

L'eccezione - rilevante - è costituita dal chiamato all'eredità che non solo chieda l'intestazione della pensione di reveribilità, sempre rimanendo estraneo alla successione, ma che richieda anche i ratei effettivamente non riscossi in vita dal de cuius.

Da qui, l'incomprensione con l'ente erogante.

*****

La fattispecie che descrive è in una zona grigia: il tema è l'accettazione dell'eredità per fatti concludenti, ovvero atteggiandosi verso i diritti già del de cuius, come se si fosse titolare degli stessi (e quindi subentrati, di fatto, come eredi). La richiesta pertanto di crediti del de cuius, in sua vece, potrebbe realizzare una condotta significativa per l'accettazione per fatti concludenti (o accettazione implicita).

Da quanto descrive, tuttavia, vi sarebbe una dichiarazione espressa di rinuncia all'eredità: suggeriamo di:

- formalizzare la rinuncia all'eredità, per sè e per i ragazzi, alla competente cancelleria del Tribunale del luogo (adempimento che si svolge in giornta) e

- comunicare all'ente erogante della pensione che non si intenda richiedere le somme maturate e non riscosse a credito del de cuius.

Quanto ai figli, se minorenni, l'accettazione non è tanto immediata: è necessaria l'autorizzazione del Giudice Tutelare, affinchè questi diventino eredi, previo esperimento del benficio di inventario. Sul punto escluderemmo pertanto, in ogni caso, che i ragazzi senza espressa autorizzazione del Tribunale ad accettare, possano considerarsi eredi per fatti concludenti.

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