Ho subito un'aggressione verbale dal caporeparto: posso dimettermi per giusta causa?

Vorrei sapere se possano essere motivi di dimissioni per giusta causa queste situazioni che si sono create alla ..... C'è un ambiente di lavoro molto stressante, i ritmi sono serrati specialmente dove lavoro io, ovvero sulle linee del montaggio, e anche se fai solo l'operaio ti ritrovi stressato come un manager o un responsabile. C'è stato un episodio in cui il caporeparto ha sbraitato moltissimo nei miei confronti e, seppur nella confusione di una fabbrica, si sono girati tutti e sono diventato rosso e l'episodio mi ha provocato tanto imbarazzo. E ansia e angoscia nei giorni dopo. Faccio psicoterapia e la mia terapeuta nella seduta si è accorta del mio stato fortemente compromesso da quell'episodio. Le ho chiesto se poteva certificarlo, ma mi ha detto che solo una visita in una struttura pubblica può farlo. Si può fare qualcosa?

Diritto del lavoro (09/05/2019)
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Autore:
Avvocato Antonella Martufi
Diritto del lavoro, Separazione divorzio e modifica delle condizioni, Condominio, Risarcimento danni e responsabilità civile, Famiglia
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Risposta:

il lavoratore può recedere dal contratto di lavoro senza preavviso, quando ricorra una causa che non consenta la prosecuzione neanche temporanea del rapporto.

La situazione da lei descritta può in teoria giustificare le dimissioni per giusta causa, tuttavia, la prova della condotta del datore di lavoro (individuato nel capo reparto) e della gravità di tale condotta, è a suo carico.

Un solo ed isolato episodio, ancorché grave, potrebbe non essere sufficiente a rendere giustificate le dimissioni ed in tal caso, pur interrompendosi il rapporto, il lavoratore, il quale recede, sarà gravato dall’obbligo del preavviso (eventualmente, con la trattenuta dell’indennità sostitutiva) e non avrà diritto a percepire la NASPI (dovendosi considerare le dimissioni, un atto volontario).

Inoltre, tra le circostanze da provare va incluso il danno provocato dalla condotta del datore di lavoro, ovvero lo stato emotivo, che lei indica come fortemente compromesso.

Per essere rilevante, lo stato di ansia e di angosciadeve essere reiterato nel tempo (in base a precedenti in casi analoghi, riterrei almeno sei mesi), deve essere conseguente a più episodi vessatori, deve aver dato luogo a vere e proprie patologie.

Tale condizione psico-fisica, come anticipato dalla sua terapeuta, non può essere semplicemente certificata da uno specialista privato, ma per avere una efficace rilevanza giuridica, è opportuno che venga accertata da apposite strutture pubbliche. Non si tratta di un vero e proprio obbligo, ma di ragioni di opportunità che variano in base al grado di compromissione che lamenta, tenuto anche conto che la certifcazione di un medico privato, può apparire come non obiettiva ed imparziale.

In altri termini, se vuole essere tutelato da condotte vessatorie sul luogo di lavoro e risarcito per un eventuale danno subito, ha necessità di una assistenza legale e medica specializzata, che previa verifica dei presupposti, elabori una vera propria strategia a medio-lungo termine, finalizzata al recupero di un equilibrio psico-fisico, eventualmente “compromesso”, con possibile salvaguardia del posto di lavoro e con azioni mirate al risarcimento del danno che risultasse aver subito.

Avvocato Antonella Martufi

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