Diritto Penale di Impresa

  • Diritto penale tributario

Commettere degli illeciti nella gestione degli adempimenti fiscali a cui tutti i cittadini sono tenuti comporta talvolta la commissione di alcuni reati, appunto definiti reati tributari.

I principali reati tributari sono previsti dal D. Lgs. 74/2000, che punisce le principali violazioni riscontrabili: Dichiarazione fraudolenta, Dichiarazione infedele, Omessa dichiarazione, Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, Omesso versamento di ritenute dovute o certificate e Omesso versamento di IVA.

Qualora si commetta uno dei due reati da ultimo citati, ai sensi dell’art. 13 D. Lgs. 74/2000, le condotte non sono punibili qualora l’agente estingua il proprio debito tributario prima dell’apertura del dibattimento, quindi prima dell’apertura del vero e proprio processo penale.

 

  • Diritto penale fallimentare

Il Regio Decreto 267/1942, fonte legislativa che disciplina le procedure che vengono instaurate in caso di dissesto economico di una società, con particolare riferimento al fallimento, prevede anche alcune figure di reato che possono essere commesse in queste situazioni.

In particolare, rilevano i reati di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice, rispettivamente previsti dagli artt. 216 e 217 del predetto Decreto.

Tali fattispecie di reato puniscono la condotta degli amministratori delle società che cagionano danno al patrimonio di esse o alla sua precisa individuazione, al fine di pregiudicare gli interessi dei creditori e/o trarre profitto o anche solo a causa di una negligente gestione aziendale, portando così al dissesto societario.

 

  • Diritto penale societario

Anche all’interno del Codice Civile sono previsti alcuni specifici reati. In particolare, nel libro V del codice, ove è presente la disciplina relativa all’esercizio dell’attività di impresa, personale o in forma societaria, si riscontra un’apposita parte, esattamente il titolo XI dedicato alle “Disposizioni penali in materia di società, di consorzi e di altri enti privati”.

Tra le fattispecie più significative di questa categoria risultano i reati di false comunicazioni sociali, di cui all’art. 2621 del codice Civile, e corruzione tra privati, previsto dall’art. 2635 del Codice Civile.

Il primo reato citato, comunemente noto come “falso in bilancio”, punisce quelle condotte volte a portare alla redazione di un bilancio societario i cui valori indicati non corrispondono alla realtà e sono quindi falsi, rendendo tale lo stesso bilancio.

Il reato di corruzione tra privati punisce invece quei comportamenti di esponenti aziendali che, per proprio o altrui profitto, corrompono o si fanno corrompere, realizzando attività contrarie ai propri doveri d’ufficio. Si parla di corruzione tra privati proprio perché il tutto accade tra privati, senza l’intervento di alcun esponente della Pubblica Amministrazione.

 

  • Reati contro la Pubblica Amministrazione

Il Codice Penale prevede alcuni reati volti a punire le condotte di chi, nella sua veste di Pubblico Funzionario o di privato cittadino, tiene comportamenti volti ad influire negativamente sul funzionamento della macchina pubblica, con danno in via immediata per quest’ultima e in via mediata per i cittadini.

Tra i reati di maggiore importanza si ricordano quelli di concussione e corruzione, previsti dagli artt. 317, 318 e 319 del Codice Penale.

Queste figure di reato puniscono quei Pubblici Funzionari e quei cittadini che, indotti dal potere esercitato dal primo o previo accordo tra le parti, portino alla realizzazione di atti d’ufficio o, soprattutto, contrari ai doveri d’ufficio previo illecito compenso.

 

  • Reati contro il patrimonio che ledono gli interessi dell’economia

I reati contro il patrimonio sono quella categoria di illecito penale funzionale a sanzionare comportamenti che ledono il patrimonio altrui, intendendo con ciò i beni di una persona o di una società.

Tra questi reati possiamo considerare di particolare rilevanza la truffa, di cui all’art. 640 del Codice Penale, o l’insolvenza fraudolenta, prevista dall’art. 641 del Codice Penale.

Il primo di questi reati può portare chi svolge un’attività d’impresa ad effettuare un “atto di disposizione”, che potrebbe essere, ad esempio un contratto, attraverso artifizi e raggiri, arrecando così un danno economico all’azienda per un profitto per il truffatore.

Il reato di insolvenza fraudolenta è un particolare tipo di truffa che avviene quando il truffatore contrae un’obbligazione con il proposito di non adempierla, nascondendo il proprio stato di insolvenza.

 

  • Responsabilità degli enti ai sensi del D. Lgs. 231/2001

Il D. Lgs 231/2001 stabilisce che gli enti, quindi le società o, più in generale, quegli enti forniti di personalità giuridica, possono essere sanzionati, previo accertamento di responsabilità, qualora vengano commessi nel loro ambito i reati richiamati dagli artt. 24 a 25 terdecies del predetto decreto.

Tra questi reati si riscontrano la corruzione, le false comunicazioni sociali, l’omicidio o le lesioni avvenute in conseguenza della violazione delle disposizioni normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro stabilite per i contesti aziendali dal d. Lgs. 81/2008.

In questi casi viene instaurato nei confronti dell’ente un vero e proprio processo penale che, in caso di condanna, può comportare ingenti sanzioni pecuniarie ed interdittive, tali da determinare notevoli danni per l’azienda.

Per evitare di incorrere in queste conseguenze, ottenendo l’assoluzione, l’ente deve dimostrare di avere attuato tutte le misure preventive necessarie, tra le quali maggiore rilievo presenta l’adozione di un modello di organizzazione e gestione e di un organismo di vigilanza, nonché di non avere beneficiato della condotta criminosa.

 

 

 Team Avvocato Accanto

Aggiornamento: 24 marzo 2019

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