Separazione e comunione dei beni: cosa succede?
Se sono in comunione dei beni, mio marito lavora in proprio...durante la separazione anche il conto della ditta viene preso in considerazione?
Separazione divorzio e modifica delle condizioni
(09/01/2018)
Avvocato Livia Achilli
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Risposta:
Per rispondere al Suo quesito, Le diciamo subito che la separazione dei coniugi, sia essa consensuale o giudiziale, rientra tra le cause di scioglimento della comunione legale, con conseguente diritto di ciascun coniuge a chiedere la divisione dei beni. Lo scioglimento della comunione decorre dalla sentenza di separazione o dal provvedimento con cui il Tribunale omologa l’accordo raggiunto dai coniugi in sede di separazione consensuale; una volta sciolta la comunione, i coniugi possono dividere i beni, in parti uguali. Lo possono fare di comune accordo con un contratto, oppure giudizialmente, cioè chiedendo al Giudice di determinare le rispettive quote. Con riferimento alla Sua richiesta, specifichiamo che, con lo scioglimento della comunione, tutto il denaro liquido (che provenga dal lavoro di uno solo dei coniugi o dalle singole attività di entrambi, sebbene in misura diversa per ciascuno di essi) deve comunque essere diviso in parti uguali. Pertanto nel caso di specie, se l’attività lavorativa di Suo marito consiste in una ditta individuale, tutti i proventi di tale attività dovranno essere ripartiti tra di Voi al 50%. Rammentiamo comunque che non devono essere conteggiati tra i beni da dividere quelli che appartenevano ai coniugi prima del matrimonio o quelli pervenuti per successione o donazione: essi infatti non ricadono nella comunione.
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