Separazione e violazione riservatezza del coniuge
Buonasera, da tempo ho problemi con mio marito. Da più di un anno che chatto con 2 persone con cui mi sono trovata bene subito instaurando un'amicizia. Mio marito ha scoperto la cosa perché avevo un secondo telefono e oltre ad avere informazioni sulla SIM facendo chiamare da una sua conoscente spacciandosi per me, ora dice che è andato da un'avvocato ed è riuscito ad avere la stampa della mia rubrica con tutti i messaggi di WhatsApp del telefono ufficiale. L'altra SIM mi ha obbligato a disattivarla. Io vorrei sapere se tutto questo è legale anche perché non vi era ancora nessuna separazione; lui sostiene che è legale perché ha querelato uno dei due per danni morali, ma non so se sia vero. Anche se poi continua a telefonargli importunando con il numero nascosto. Ora non so come comportarmi e ho il paura di sbagliare e mettere nei guai due brave persone che tra l'altro abitano in altre regioni. Cordiali saluti
Separazione divorzio e modifica delle condizioni
(31/01/2018)
Avvocato Livia Achilli
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Risposta:
Innanzitutto segnaliamo che assumere senza autorizzazione dati e/o informazioni relative a comunicazioni di terze persone costituisce una violazione delle privacy, anche all’interno del matrimonio. In particolar modo ciò vale considerato che Suo marito ha attuato un sistema o schema teso, anche con piccoli raggiri, da ciò che Lei ci riferisce, ad ottenere tali informazioni. Precisato che sotto il profilo processuale, in un eventuale procedimento di separazione, gli sms e in genere i messaggi con le applicazioni social possono costituire mezzo di prova, resta fermo che questi non possono essere carpiti in totale violazione dei diritti altrui. La condotta in esame potenzialmente integra gli estremi del reato ex art. 616 cod. pen. - Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico - , laddove sussista una violazione di un sistema informatico protetto da password o, comunque, un terzo si trattenga su dispositivi altrui spiandone i contenuti. Pertanto, nella fattispecie, sono Le condotte che attualmente Lei attribuisce a Suo marito ad essere illecite. *** Quanto alle querele dedotte da Suo marito, riteniamo non abbiano alcun fondamento, ammesso che siano state effettivamente sporte. La querela è un atto di parte col quale un soggetto richiede alla Pubblica Amministrazione di perseguire un reato e quindi di esercitare l’azione penale. Nel caso di specie, non si comprende quale sarebbe il reato ascrivibile al Suo interlocutore, posto che un mero dialogo non realizza una figura delittuosa e, in ogni caso, i danni morali sono normalmente associati ad un danno patologico/biologico (malattia, lesioni, trauma fisico) e quindi al momento del tutto estranei alla fattispecie in oggetto.
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