Nomina di un tutore del figlio minore fatta nel testamento: è valida?
Per rispondere al Suo quesito, riteniamo opportuno segnalare quanto segue.
Il minore può avere un tutore quando i suoi genitori non possono o non sono in grado di aver cura e di esercitare la vigilanza su di lui, nonché di amministrare i suoi beni.
In particolare, i casi in cui si procede a nominare un tutore ricorrono quando il minore:
- sia orfano di entrambi i genitori;
- sia figlio di ignoti;
- sia stato dichiarato adottabile ed è in attesa di essere adottato;
- abbia genitori ai quali è stata tolta la responsabilità genitoriale o è stata sospesa in seguito a condanna penale;
- abbia genitori lontani (ad esempio stranieri residenti all’estero) o latitanti e quindi non in grado di svolgere la potestà genitoriale.
In base all'articolo 348 del Codice Civile, occorre verificare in primo luogo se il genitore del minore, che ha esercitato per ultimo la potestà genitoriale, ha designato specificamente qualcuno a svolgere il ruolo di tutore. La designazione può essere fatta per testamento, per atto pubblico o per scrittura privata autenticata.
Ciò è quanto ci sembra di capire sia avvenuto nel caso di specie, ove il genitore che è deceduto ha designato nel testamento un tutore per il proprio figlio quindicenne.
Tuttavia tale designazione è priva di effetto poiché il bambino non è orfano di entrambi i genitori: la madre è in vita e può esercitare la responsabilità genitoriale, che (se abbiamo ben compreso) non è stata sospesa né limitata.
Con riferimento alla pensione indiretta, invece, segnaliamo che, alla morte di un pensionato o di un lavoratore assicurato, alcuni dei suoi familiari hanno diritto ad una pensione: si tratta di una protezione che l'ordinamento giuridico riconosce ai familiari piu' stretti del defunto, quali il coniuge e i figli.
Per avere diritto alla pensione indiretta occorre che il defunto potesse vantare al momento del decesso almeno: a) 15 anni di assicurazione e di contribuzione ; oppure b) 5 anni di assicurazione e di contribuzione di cui almeno 3 anni versati nei 5 anni precedenti il decesso.
I beneficiari sono, a norma dell'articolo 13 della legge 636/1939, i familiari superstiti e più precisamente: il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli e le sorelle.
Nel caso di specie, il figlio - minorenne alla data del decesso del padre-lavoratore - ha sicuramente diritto alla pensione indiretta.
Avvocato Marta Calderoni