Il lavoro domestico: una guida pratica
Il lavoratori domestici cd. collaboratori domestici, sono quei lavoratori che svolgono la loro prestazione lavorativa per soddisfare le necessità della vita familiare del loro datore di lavoro.
In questo articolo approfondiremo quali sono i diritti del lavoratore domestico e le modalità di conclusione del contratto di lavoro domestico.
Indice:
- Lavoro domestico. Di che cosa si tratta?
- Il contratto di lavoro domestico: forma e contenuto
- Disciplina del rapporto di lavoro domestico
- Estinzione del rapporto di lavoro e Trattamento di Fine Rapporto
1. Lavoro domestico: di che cosa si tratta?
I lavoratori domestici (o “collaboratori domestici”), svolgono attività lavorative dirette a soddisfare i fabbisogni familiari, occupandosi, in particolare, delle normali incombenze familiari del datore di lavoro.
Nel rapporto di lavoro domestico troviamo, da una parte, il datore di lavoro, che può essere:
- una persona singola;
- un gruppo familiare (legato da vincolo affettivo o di mutua assistenza);
- una comunità stabile (comunità che riproduce le stesse regole del gruppo familiare).
dall’altra parte, il prestatore domestico, che può essere:
- colf, che svolge attività di gestione della casa in senso ampio curandone l’igiene e l’ordine;
- badante, che svolge attività di assistenza continuativa presso l’abitazione di una persona non totalmente autosufficiente;
- baby-sitter, che svolge attività di assistenza e cura dei minori presenti in famiglia;
- autista, quando la prestazione è diretta unicamente allo spostamento della famiglia.
- cuoco, governante, cameriere, custode, giardiniere e in generale tutti quei soggetti che operano nell’interesse del fabbisogno familiare e /o dell’abitazione familiare.
Possono essere assunti per il lavoro domestico cittadini italiani, comunitari e non comunitari che siano in possesso di un permesso di soggiorno valido anche ai fini dello svolgimento di attività lavorativa. Se si vuole assumere un lavoratore non comunitario non ancora soggiornante in Italia il datore di lavoro italiano deve ottenere un apposito nulla osta dal Ministero dell’Interno.
2. Il contratto di lavoro domestico: forma e contenuto
Anche per il rapporto di lavoro domestico è previsto l’obbligo del contratto di lavoro, nel quale dovranno essere indicati:
- i riferimenti del lavoratore e del datore di lavoro;
- la data di inizio del rapporto di lavoro e, in caso di contratto a termine, la sua durata;
- l’orario di lavoro;
- la retribuzione pattuita;
- il CCNL applicato ed ogni elemento ritenuto necessario dal medesimo contratto collettivo.
Diversamente dagli altri rapporti di lavoro, il patto di prova si ritiene presunto per i primi otto giorni di lavoro.
3. La disciplina del rapporto di lavoro domestico
Retribuzione
La retribuzione, nella misura pattuita in sede di assunzione, deve essere corrisposta con cadenza mensile.
La retribuzione del lavoratore domestico è formata dalle seguenti voci:
- Retribuzione minima contrattuale;
- Eventuali scatti di anzianità;
- Eventuale superminimo;
- Eventuale compenso sostitutivo vitto e alloggio.
Al lavoratore domestico è dovuta la tredicesima, di importo uguale ad una mensilità lorda, versata solitamente nel mese di dicembre.
Vitto e alloggio
Vitto e alloggio sono dovuti unicamente laddove il lavoratore domestico venga inserito all’interno dell’abitazione familiare, convivendo di fatto con la famiglia o il famigliare da assistere.
I valori di vitto e alloggio sono stabiliti dal CCNL applicato e vengono rivalutati di anno in anno.
Orario di lavoro
L’orario di lavoro del lavoratore domestico è regolamentato dal CCNL applicato, il quale indica sia l’orario considerato normale che quello considerato straordinario.
Salvo differenti previsioni di miglior favore, previste e disciplinate nel CCNL applicato al rapporto di lavoro, il dipendente avrà diritto:
- ad un riposo settimanale di una giornata intera, se lavora per almeno 4 ore giornaliere;
- ad un permesso di mezza giornata senza decurtazioni nella retribuzione, se lavora durante una festività infrasettimanale;
- 26 giorni di Ferie;
- 15 giorni di congedo matrimoniale;
- Malattia ed infortunio con diritto alla conservazione del posto di lavoro sino al comporto;
- Congedo di maternità e paternità come previsto dalla legge.
4. Estinzione del rapporto di lavoro e Trattamento di Fine Rapporto
Il rapporto domestico può concludersi nei seguenti modi:
- Licenziamento
- Dimissioni
- Risoluzione consensuale
- Spirare del termine del contratto (in caso di contratto a termine)
- Morte del lavoratore
- Morte del datore di lavoro
Al personale domestico non si applica la normativa limitativa dei licenziamenti con la conseguenza che il datore di lavoro potrà effettuare il licenziamento del lavoratore anche senza indicarne la motivazione.
In ogni caso, terminato il rapporto di lavoro, il lavoratore avrà diritto al Trattamento di Fine Rapporto (c.d. TFR) calcolato a norma di legge sulle retribuzioni percepite.