Convivente straniera richiede la cittadinanza. Contratto di convivenza per provare il sostentamento?

Preg.mo Avvocato, comprendo che il Legislatore non può nello specifico prevedere tutte le casistiche che nel quotidiano i cittadini si trovano poi a vivere. Quindi, approfittando della Sua disponibilità sono a chiederLe quanto segue: La mia compagna con la quale vivo una "convivenza semplice" (con stessa residenza anagrafica ma non a carico) da circa dieci anni, è interessata a richiedere la Cittadinanza Italiana, essendo una extracomunitaria con "permesso di Soggiorno di Cittadino UE" (senza limite temporale). Premesso altresì che vive in Italia da oltre 14 anni può avanzare richiesta secondo il requisito temporale e per l'aspetto economico avvalersi della mia garanzia reddituale (non disponendo la predetta di reddito individuale), ovvero obbligata ad acquisire il requisito del formale "Contratto di Convivenza" ai sensi dell'art. 1, comma 36 della L 76/2016 (Cirinnà)? RingraziandoLa anticipatamente, Voglia gradire distinti Saluti.

Unioni civili e Convivenza (03/12/2020)
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Autore:
Avvocato Fabrizio Tronca
Eredità e Successioni, Immobili, Famiglia
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Risposta:

La Sua compagna può certamente richiedere l’emissione del decreto che le riconosca la cittadinanza italiana per una residenza ininterrotta e continuativa sul nostro territorio superiore ai 10 anni.

Come Le è noto, poiché lo accenna, insieme alla continuità della residenza il richiedente deve allegare anche la capacità di auto sostentarsi.

Questa può documentarsi producendo i propri redditi da lavoro.

La mancanza di reddito, attesa la discrezionalità della Autorità competente nella valutazione della domanda, può costituire causa di rigetto della richiesta.

Senza dubbio un contratto di convivenza può essere un elemento che bypassi questo ostacolo.

Si tratta, infatti, di uno strumento finalizzato esclusivamente a disciplinare gli aspetti materiali (economici e patrimoniali) della coppia, individuando il contributo che ciascun convivente apporti al ménage familiare, nonché le forme di assistenza materiale dell’uno verso l’altro convivente.

Nel Vostro caso, posto che già vivete insieme e già la Sua compagna risiede regolarmente sul territorio italiano, il contratto di convivenza andrebbe anticipato dalla “dichiarazione di costituzione di convivenza di fatto”: si tratta di un modulo da trasmettersi via pec, o consegnare a mano, all’ufficio anagrafico del Comune competente.

In tal modo sarebbe documentato come la richiedente si mantenga sotto il profilo economico sul territorio italiano.

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Legga le considerazioni di cui sopra, tenendo conto della seguente chiosa: tutti i provvedimenti della Pubblica Amministrazione in tema di concessione di cittadinanza hanno, anche, carattere discrezionale.

Ciò significa che, al netto di tutta la puntuale e completa documentazione trasmessa dal richiedente, la PA ha sempre un margine valutativo e/o discrezionale nella valutazione della domanda.

In conclusione, il contratto di convivenza sarebbe certamente un elemento/documento che conferirebbe una maggiore chance nell’accoglimento della richiesta di cittadinanza italiana.

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