Trattamento sanitario obbligatorio: come funziona e rimedi

come posso evitare il TSO (trattamento sanitario obbligatorio) se mi viene imposto da uno psichiatra?
Famiglia (25/03/2020)
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Autore:
Avvocato Marta Calderoni
Locazioni commerciali, Eredità e Successioni, Recupero Crediti, Risarcimento danni e responsabilità civile, Immobili, Famiglia
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Risposta:

Per rispondere al Suo quesito, riteniamo opportuno segnalare quanto segue.

Il TSO da Lei citato (ossia Trattamento Sanitario Obbligatorio) si verifica quando una persona viene sottoposta a cure mediche contro la propria volontà; tale trattamento è espressamente previsto dall'art. 34 della Legge 833/1978.

Nella pratica si verifica spesso in abito psichiatrico, attraverso il ricovero (forzato) presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici.

La legge stabilisce che il TSO può essere attivato alle seguenti condizioni:

  1. La persona necessita di cure, a parere dei sanitari che l’hanno visitata;
  2. La persona rifiuta le cure;
  3. Non è possibile adottare misure extraospedaliere.

Di fatto il TSO viene attuato quando la persona è ritenuta pericolosa per sé o per gli altri, per esempio soggetti che manifestano minaccia di suicidio, possibilità di lesioni a cose e persone o rifiuto di comunicare con conseguente isolamento, rifiuto di terapia, rifiuto di acqua e cibo.

La legge stabilisce esattamente la procedura che deve essere seguita al fine di attuare il TSO; esso è infatti disposto con provvedimento del Sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria, del Comune di residenza o del Comune dove la persona si trova momentaneamente.

Costui emana l’ordinanza di TSO solo in presenza di due certificazioni mediche che attestino che:

  1. la persona si trova in una situazione di alterazione tale da necessitare urgenti interventi terapeutici;
  2. gli interventi proposti vengono rifiutati;
  3. non è possibile adottare tempestive e idonee misure extraospedaliere.

Tutte e tre le condizioni devono essere presenti contemporaneamente e devono essere certificate da un primo medico, che può essere il medico di famiglia, o un qualsiasi altro medico, e convalidate da un secondo medico che deve appartenere alla struttura pubblica (generalmente uno psichiatra della ASL).

Le certificazioni, oltre a contenere l’attestazione delle condizioni suddette che giustificano la proposta di TSO, devono motivare la situazione concreta: non devono limitarsi ad enunciare le tre condizioni sopracitate.

Ricevute le certificazioni mediche, il Sindaco ha 48 ore per disporre, tramite un’ordinanza, il TSO, facendo accompagnare la persona dai vigili e dai sanitari presso un reparto psichiatrico di diagnosi e cura.

In un primo momento la persona viene invitata a seguire vigili e sanitari nel reparto ospedaliero, se si rifiuta viene prelevata con la forza, messa in ambulanza e trasferita al reparto ospedaliero.

Il Sindaco ha poi l’obbligo di inviare l’ordinanza di TSO al Giudice Tutelare (entro 48 ore successive al ricovero) per la convalida ed il Giudice Tutelare deve convalidare il provvedimento entro le 48 ore successive.

Qualora manchi la convalida, il TSO decadrà automaticamente; il Giudice Tutelare potrebbe però anche non convalidare il provvedimento, annullandolo.

In ogni caso, contro il Provvedimento di convalida emesso dal Giudice Tutelare è possibile presentare ricorso al Tribunale.

Precisiamo inoltre che, solitamente, l’ordinanza che dispone il TSO non è firmata dal sindaco bensì da un assessore delegato (l’assessore alla sanità e in sua assenza uno qualunque gli altri assessori).

Quando la persona viene ricoverata in Trattamento Sanitario Obbligatorio presso il servizio psichiatrico, i suoi diritti (primo tra tutti quello alla libertà di movimento e di scelta) vengono limitati ed è obbligata a subire passivamente i trattamenti somministrati.

Tuttavia vi sono alcuni diritti inalienabili che non possono essere soppressi; su tutti la possibilità di presentare ricorso al Sindaco contro il TSO.

Peraltro sottolineiamo che il ricorso può essere presentato anche da amici, familiari e chiunque abbia interesse per la persona sottoposta a TSO.

Il Sindaco ha l’obbligo di rispondere al ricorso entro 10 giorni (a norma dell'art. 33 Legge 833/1978); qualora venga presentato il ricorso entro le 48 ore successive al ricovero, suggeriamo di farne pervenire una copia anche al Giudice Tutelare competente.

Se la risposta è negativa, il paziente può presentare la richiesta di revoca del TSO direttamente al Tribunale (art. 35 legge 833/1978), chiedendo contemporaneamente la sospensione immediata del TSO e delegando, per rappresentarlo in giudizio davanti al Tribunale, una sua persona di fiducia.

Nel caso di specie, dunque, bisogna innanzitutto verificare la compresenza delle tre condizioni sopra enunciate per poter disporre il TSO e la loro certificazione ad opera dei due medici (medico di famiglia, o un qualsiasi altro medico) e medico appartenente alla struttura pubblica (generalmente uno psichiatra della ASL).

In secondo luogo, Lei potrà presentare ricorso contro il TSO al Sindaco oppure ricorso al Tribunale contro l'ordinanza del Giudice Tutelare che abbia convalidato il TSO disposto dal Sindaco.

 

Avvocato Marta Calderoni

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