Cartelle esattoriali
La cartella esattoriale è un atto di intimazione al pagamento e di avviso di mora diretta al contribuente, tramite il quale l’Agente della riscossione chiede il pagamento di quanto dovuto alla Pubblica Amministrazione.
La sua funzione fondamentale è quella di comunicare al contribuente l’esistenza di un debito nei confronti dell’ente impositore. Il credito dell’ente per poter essere richiesto tramite cartella esattoriale, dunque a mezzo della riscossione coattiva, deve essere certo, liquido ed esigibile. La cartella di pagamento notificata, pertanto, deve contenere tutte le indicazioni utili per consentire al contribuente di verificare le ragioni dell’ente impositore e risalire al credito sottostante la richiesta di pagamento.
Il debito, una volta maturato, viene iscritto a ruolo, cioè viene inserito in un elenco formato dall’ente creditore (come ad esempio: Comune, Inps, Agenzia delle Entrate, etc.) e inviato all’agente della riscossione competente per territorio, che ha il compito di iniziare la procedura di riscossione coattiva.
La cartella di pagamento è a tutti gli effetti un atto amministrativo e un titolo esecutivo, ossia un titolo in base al quale è possibile procedere col pignoramento dei beni del debitore, in mancanza del pagamento di quanto dovuto.
L’azione di riscossione viene esercitata da un organo dell’Agenzia delle Entrate e, in particolare, da Agenzia delle Entrate e Riscossione.Riscossione
Agenzia Entrate-Riscossione deve notificare la cartella attraverso un ufficiale di riscossione o inviando una raccomandata con ricevuta di ritorno.
Dalla data di notifica, il cittadino ha 60 giorni di tempo per pagare o contestare la cartella presentando ricorso e chiedendone la sospensione. Il contribuente potrà anche, a certe condizioni, chiedere la rateizzazione della cartella esattoriale, al fine di poter procedere al pagamento dilazionato dell’importo ivi indicato.
Scaduto il termine, si dovranno pagare ulteriori importi, quali:
- gli interessi di mora, che maturano a partire dalla data della notifica su ogni giorno di ritardo
- le sanzioni civili o cosiddette “somme aggiuntive” (in caso di debiti previdenziali)
- gli oneri di riscossione pari al 6% del totale (8% in caso di ruoliemessi dal 1/01/2013 al 31/12/2015);
- le eventuali spese per le procedure cautelari ed esecutive (fermo d’auto, ipoteca, pignoramento).
Trascorsi 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento, se la stessa non è stata interamente saldata (oppure se non è stata richiesta la sospensione o la rateizzazione), Agenzia Entrate-Riscossione potrà procedere alla riscossione coattiva del credito, mettendo in atto le procedure esecutive che ritiene più opportune al fine di riscuotere il dovuto.
Queste misure possono comportare, ad esempio, il fermo amministrativo dell'auto, l'iscrizione di ipoteca sulla casa, fino ad arrivare all'espropriazione forzata (pignoramento e vendita coatta) dei beni mobili e immobili del debitore e dei suoi coobbligati. Si ricorda che possono essere pignorati anche i crediti presso terzi e le somme dovute da terzi in ambito lavorativo (pignoramento del quinto dello stipendio).
Conto corrente
Il contratto di conto corrente bancario consiste in una variante del contratto di conto corrente ordinario disciplinato nel codice civile. Il contratto di conto corrente bancario è un contratto necessariamente accessorio ad altre operazioni che vengono poste in essere tra l’istituto bancario e il proprio cliente (come ad esempio il deposito, l’apertura di credito ecc.).
In questo accordo si stabilisce di far confluire in un unico conto accrediti e addebiti. Nel contratto di conto corrente bancario, a differenza della disciplina del conto corrente ordinario, prevede che le somme depositate siano sempre disponibili.
Normalmente il conto corrente bancario prevede anche che la banca metta a disposizione ulteriori servizi, come ad esempio servizi di cassa (quindi, ad esempio, il provvedere per conto del cliente, su ordine diretto ed indiretto e con le sue disponibilità, ai pagamenti ed alle riscossioni). Rientrano nel concetto di servizio di cassa tutte le prestazioni di servizi di pagamento tra cui la trasmissione o la esecuzione di pagamento effettuati con qualunque modalità: operazione per cassa, emissione di assegni bancari, bonifici, utilizzo di carte di credito o del servizio bancomat.
L’istituto bancario è tenuto altresì ad inviare estratti conto periodici, che possono essere annuali o anche avere una frequenza maggiore. E’ bene sapere che nel caso in cui l’estratto conto presenti degli errori, questi dovranno essere contestati specificatamente e in forma scritta entro 60 giorni dalla ricezione.
In assenza di contestazione l’estratto conto si riterrà approvato tacitamente. In ogni caso il correntista può impugnare il conto corrente –anche se tacitamente approvato- per errori di calcolo, errori di scritturazione, omissioni o duplicazioni entro sei mesi dalla ricezione dell’estratto conto.
Anatocismo e usura
Gli istituti di credito sono tenuti al rispetto di specifiche normative in relazione agli interessi da applicare ai mutui o ai finanziamenti erogati ad aziende o a privati cittadini.
La legge, in particolare, impone dei limiti circa l’entità del tasso di interesse che può essere indicato nei contratti di finanziamento, individuando il limite nel cd. “tasso soglia”. I tassi pattuiti in misura superiore a quanto previsto dalla legge vengono definiti “tassi usurari”, sono illegittimi e pertanto nulli.
La pattuizione di tassi usurari può comportare anche l’integrazione del reato di usura. Tale delitto viene considerato dal legislatore contro il patrimonio ed è sanzionato con multa, reclusione e confisca dei beni frutto dell’usura.
Quando si parla di anatocismo, invece, ci si riferisce alla pratica con la quale gli interessi maturati in un certo periodo concorrono all’aumento del debito complessivo, producendo per il periodo successivo ulteriori e maggiori interessi.
Di regola sugli interessi scaduti non maturano interessi, non è prevista infatti la capitalizzazione sugli interessi scaduti. Questa pratica, tuttavia, non è del tutto esclusa dalla legge che, in alcuni casi, prevede la capitalizzazione sugli interessi (ad es. nel caso di interessi primari scaduti e dovuti da almeno sei mesi, quando vi sia un’apposita domanda giudiziale o un’apposita convenzione).